Dalla corteccia della quercia da sughero (Quercus suber L.), o sughera, diffusa nelle aree mediterranee, si ricava il sughero. La corteccia è un tessuto vegetale composto da un agglomerato di cellule riempite da un composto gassoso simile all’aria e inserito in strati alternati di cellulosa e suberina. Da ciò deriva la leggerezza ed elasticità del sughero ed il fatto di essere un buon isolante naturale. La sughera può arrivare ai 20 metri di altezza, con una chioma lassa ed espansa, la nostra ha circa 15 anni. La vita media è di 250-300 anni, ma diminuisce negli esemplari sfruttati per il sughero. Dopo almeno 25 anni si può raccogliere per la prima volta la corteccia (definita “sughero vergine”) che si presenta con una struttura dura e irregolare. Una volta rimossa, inizia a crescere un nuovo strato di “sughero secondario” che potrà essere raccolto dopo 9 anni. Il sughero che verrà estratto successivamente è noto col termine portoghese “amadia”. La sughera è l’unico albero la cui corteccia si rigenera dopo ogni raccolta, lasciando l’albero intatto che produce varie centinaia di chilogrammi di sughero per ogni raccolta e si può procedere senza comprometterlo fino a 20 volte durante il suo ciclo vitale. Incidono sulle proprietà del sughero elementi come l’età della pianta, l’essicazione, la lavorazione del materiale.